Vinicio Capossela
La bianchezza della balena
Sebbene sia bianco il signore degli elefanti bianchi
Che i barbari Pegu pongono sopra a ogni cosa
E bianche le pietre che i pagani antichi donavano
In segno di gioia, per un giorno felice
Bianche cose nobili e commoventi
Come i veli di sposa
L’innocenza, la purezza, la benignità dell’età
Sebbene abiti bianchi vengano dati ai redenti
Davanti a un trono bianco
Dove il santissimo siede, bianco come la lana
Sebbene sia associato a quanto di più dolce
Onorevole e sublime
La bianchezza della balena
Niente è più terribile di questo colore
Una volta separato dal bene
Una volta accompagnato al terrore
La bianchezza dello squalo bianco
L’orrida fissità del suo sguardo
Che demolisce il coraggio
La fioccosa bianchezza dell’albatro
Nelle sue nubi di spirito
La bianchezza dell’albino bianco
E cosa atterrisce dell’aspetto dei morti
Se non il pallore
Bianco sudario colore?
Spettri e fantasmi immersi in nebbie di latte
Il re del terrore avanza nell’apocalisse
Su un cavallo pallido
E pallidi i cappucci della pentecoste
E il mare nel suo richiamo abbissale
Nell’antartico, bianco sconfinato cimitero
Il bianco sogghigna nei suoi monumenti di ghiaccio
Il pensiero del nulla si spalanca nella profondità lattea del cielo
Bianco l’inverno bianco, la neve bianca
Bianca la notte
Bianca l’insonnia bianca, la morte bianca
E bianca la paura è bianca
L'universo vacuo e senza colore
Ci sta davanti come un lebbroso
Anche questo è la bianchezza della balena
La bianchezza della balena
Capite ora la caccia feroce? Il male abominevole
L'assenza di colore