Vinicio Capossela
Dalla Parte Di Spessotto
Siamo dalla parte di Spessotto
Da appena nati dalla parte di sotto
Senza colletto, senza la scrima
Senza il riguardo delle bambine
Dalla parte di Spessotto
Il thè di ieri riscaldato alle otto
I compiti fatti in cucina
Nella luce bassa della sera prima
Dalla parte di Spessotto
Con la falla dentro il canotto
Col doppiofondo nella giacchetta
E col grembiule senza il fiocco
Timorati del domani, timorati dello sbocco
Siamo dalla parte di Spessotto
Siamo la stirpe di Zorquastro
I perenni votati all'impiastro
Sulla stufa asciuga l'inchiostro
Dei fogli caduti nel fosso salmastro
Dalla parte della colletta
Dell'acqua riusata nella vaschetta
Il telefono col lucchetto
E per Natale niente bicicletta
Dalla parte di Spessotto
E se non funziona vuol dire che è rotto
Dalla parte del porca vacca
E se non lo capisci allora lo spacchi
L'oscurità come un gendarme già
Mi afferra l'anima
Attardati qui in mezzo alla via
Non siamo per Davide, siamo per Golia
Non per Davide e la sua scrima
Non per i primi anche alla dottrina
Con il tarlo dentro all'orecchio
La flanellosi che ci mangia al letto
Con i peccati da regolare
Le penitenze da sistemare
Sei anni sei già perduto
E quando ti interrogano rimani muto, muto
Dalla parte di Spessotto
Che non la dicono chiara, non la dicono vera
Che non la dicono sincera
Tienti i guai nei salvadanai
Se resti zitto mai mentirai
Adamo Nobile, Carmine Quirico
Rocco Crocco e la banda Spessotto
Imboscati in fondo alla stiva
Negli ultimi banchi della fila
Abbagliati dalla balena
Nella pancia della falena
Clandestini sopra alla schiena
Gettati al mare della anime in pena
Evasi dal compito, evasi dall'ordine
Imbrandati sotto al trastino
A giocarcela a nascondino
Di soppiatto lo sguardo divino
Il paradiso nostro è questo qua
Fuori dalla grazia, fuori dal giardino
Fino alla notte che verrà
Non siamo più figli del ciel, figli del ciel, figli del cielo
Ma di quei farabutti di Adamo e di Eva
L'oscurità come un gendarme già
Mi afferra l'anima
Attardato qui in mezzo alla via
Già mi prende e mi porta
Dalla parte di Spessotto
Dalla parte finita di sotto
Ma siamo tutti finiti per terra
Tutti a reggerci le budella
Gli ubriachi, i brutti, i dannati
Ma pure i sobri, i belli, i fortunati
Quando verrà il giorno che avrò il giudizio
Dirò da che parte è intricato il mio vizio
Per che pena pagherò il dazio
In che risma sono dall'inizio
Da che zolla ho levato il mio canto
Da che pietra ho dato fuoco al pianto
Per che gelo ho sparso il mio botto
Non da Davide, solo da Spessotto
Il paradiso nostro è questo qua
Fino alla notte che verrà
Non siamo più figli del ciel, figli del ciel, figli del cielo
Non di Davide, solo di Spessotto