Roberto Vecchioni
Il libraio di Selinunte
Così di notte, quando tutto era silenzio nella strada
Io scavalcavo la finestra e camminavo con le scarpe in mano
E m'infilavo nella luce fioca della sua bottega
Per sentire la voce di quel piccolo uomo

Così di notte in quella stanza dove mi dimenticavo il tempo
Io stavo ad ascoltarlo di nascosto mentre lui leggeva
Parole di romanzi e versi come cose da toccare
E al frusciare di pagine mi sentivo volare...

E le parole come musica di seta
Mi prendevano per mano
E mi portavano lontano dove il cuore
Non si sente più lontano:
Dentro le immagini, nei libri e nella pelle
Di chi aveva già vissuto cose tanto uguali a me;
Nella follia d'essere uomo e nelle stelle
Per andare oltre il dolore più inguaribile che c'è;
E le parole si riempivano d'amore
Le sue parole diventavano d'amore
Le sue parole diventavano l'amore

Così la notte,quando gli incendiarono la casa
E la gente rideva e diceva che era finalmente ora
Capii che c'è davvero una diversità infinita
Tra imparare a vivere e imparare la vite:
Guardavo il pifferaio che si portava dietro le parole
E se le trascinava nella luce bianca della luna:
Non si voltò, non si voltò neanche a salutare
Se le prese su tutte, e le gettò nel mare...

E le parole del libraio da quella sera
Se ne andarono per sempre
E mi lasciarono con gli occhi di un bambino
Che non può sognare più:
Tutte le sere torno con le scarpe in mano
Per vedere se da qualche parte le riporterai;
Di giorno provo a ricordarmele, ma invano
Troppi uomini non cambiano e non cambieranno mai:
Parlano tutti, ma non dicono parole
Le loro cose non diventano parole:
Mi manchi tu, mi mancano le tue parole...

Ma ci son sere che scendendo verso il mare
Mi sembra come di sentirti, e non ti vedo:
Ma se m'illudo che sia ancora tutto vero
Quasi ci credo