Roberto Vecchioni
L’estraneo
Lontano, lontano
Qualcuno mi darà la mano
Lontano, lontano...

Dai dottori di Smirne ho imparato
Il triangolo e il libro della vita
Scorreva piano fra le dita;
Coi mercanti di Tebe ho giocato
Tutti i sensi di scacchi e di pedine
Coi chicchi bianchi e le palline;
E dai profughi celti ho visto segni
Per capire le stelle e aprire un velo
E far salire menhir al cielo

Sotto i portici di Toledo
Ho preso un bimbo sero per la mano
E mi portavano lontano i suoi occhi;
E correvo nelle mille sere
Con i dadi fermi nel bicchiere
E intorno amore, amore, amore, amore...

E in un attimo di Granada
Ho ucciso per due volte uno stesso uomo
E non chiedevano perdono i suoi occhi...
E correvo nelle mille sere
Con i dadi fermi nel bicchiere
E intorno amore, amore, amore, amore...
E il mio vecchio che sa la verità
Guarda il tramonto dalla collina:
Da qualche punto lontano
Suo figlio tornerà

E ho imparato le mille posizioni
Fra le gambe di donne e di bambini
Le loro bocche come fiori
E ho giocato le cento rivoluzioni
La mia rabbia e le cento delusioni
Che son mille e son tante
E son belle e son sante il giorno dopo
E provai ogni droga più che vino
Il linguaggio del bruco e l'assassino
E a saper tutto senza parole

E in una sera di Gerusalemme
Dal vecchio ebreo che contrattava gemme
Ho visto un dio che mi veniva incontro
E ho provato tutto per scappare
Ma lui insisteva: "Dài, fatti salvare
Ho tanto amore, amore, amore..."

E in un cortile di Gerusalemme
Che aveva scelto lui da chissà quanto
Mi abbracciò e baciò e stava delirando
E aver capito tutto in un istante
Fu come morir le morti tutte quante
E non volere essere più niente, niente, niente...
E il mio vecchio che sa la verità
Guarda il tramonto dalla collina:
Da qualche punto lontano
Suo figlio tornerà