[Strofa 1: Kahiro]
Lei diceva che era qua per riempirmi il bicchiere
Ogni cosa la dava a bere
Chiaro, rimanevo a testa in giù, ma per piacere
Con tutte le donne che ho messo a tacere
Avrei coperto di parole pure le tue giarrettiere (Ah!)
E guarda cos'hai fatto alle mie canzoni
Che prima erano cazzate circondate da cazzoni
Ora parlano di noi e lasciano il mondo fuori
Ed uno come me non può piacere anche a dei genitori
Capisci che se profumi qua cado con i silenzi
E poi ti sporcherò le mani se punti a svuotarmi dentro
A volte spaccherei tutto ma poi mi concentro
Baby questa è Sparta ma siamo in due, non in trecento
Certo, ci rivedremo in città
Per sporcarmi la coscienza con due dita di fard
Anche se il mio romanticismo è sepolto con Delacroix
Strapperò il velo di Maya con vestiti e foulard
[Ritornello: Angie]
E il destino che chiama e non so se questa voce è quella più giusta o no
T'ha detto "Oggi rimani, tu mi hai preso le mani e se domani alla notte cadrò
Io so, che la mia linea della vita da adesso è nelle tue mani, se non mi richiami io [?]"
[Strofa 2: Franketti]
Lei dolcemente mi ha guardato col suo sguardo intenso
Ha reso al tempo in un temporale estivo consertendo le braccia
Tacendo, io che ero steso come un vecchio veliero
Giuravo ammutinamento non potendo salpare sereno
Qua anche nel mare più nero i vecchi capitoli
Mettono acqua alla gola e lasciano a scherni acidi e brividi
Se in questa vita il nirvana resta un'antitesi
Il credo nel quale prego permane solo in questa perifrasi
È un lifestyle molto frenetico baby
Quando mi appello ai poeti non recito, credimi
Nascondi tutti gli scheletri in ste valigie
Riaddrizzeremo la vita storta come le paglie di Jigen
Tra le sinuose maioliche in queste rapide
Avremo sguardo morente, nel cuore etanolo di lacrime (Ah!)
Comunque vada sto finale, tantovale camuffare ogni inutile angoscia in pace
[Ritornello: Angie]
E il destino che chiama e non so se questa voce è quella più giusta o no
T'ha detto "Oggi rimani, tu mi hai preso le mani e se domani alla notte cadrò
Io so, che la mia linea della vita da adesso è nelle tue mani, se non mi richiami io [?]"
[Strofa 3: Murubutu]
(Ah, ah)
Lei che guardava col suo sguardo calmo e chiaro
Cauto e grato, ogni mio sguardo è stanco e opaco
Mi ricordavo ora il mio canto scanzonato
(dopo un atto di tatto solo alto teatro, se)
Noto dei cuspidi nel tempio dei sudditi
In cui muoio poi rinasco nel tempo di due minu-
E tu non sei come me, tu non dubiti
L'incanto delle spire, il fragore dei tuoi crepuscoli
Ora man mano che s'amalgama l'aria
La tua mano bianca e calda cala scaltra sull'arma
Provo a cambiare il mio volto e il mio piano
Cadrò sempre per tua mano, stessa ora, stessa landa
Nulla che cambia le parole leggere
Che ti cadono di bocca come fiocchi di neve
Contro fiotti di fiele, cerco forze e difese
Le richiamo qua ad Atene per lo scontro contro Tebe